mercoledì 9 gennaio 2013

Presentazione: LA SPIRALE DI GABELENTZ di Lucio D'Arcangelo (Roma, mercoledì 23 gennaio, ore 17,00)



La Vice Presidente della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, On.le Paola Frassinetti,
è lieta di invitarLa alla presentazione del libro:

LA SPIRALE DI GABELENTZ
Morfologia e tipologia delle lingue
di Lucio D’Arcangelo
(Edizioni Solfanelli)

Mercoledì 23 Gennaio 2013, ore 17:00

Camera dei Deputati
Sala del Mappamondo
con ingresso da Piazza Montecitorio

Ne parleranno con l’autore:
Massimo Arcangeli, Biancamaria Bruno,
Giulio Soravia, Barbara Turchetta

Modera l’incontro Renato Besana



Lucio D’Arcangelo, La spirale di Gabelentz, Solfanelli, Chieti 2012

Oggi la globalizzazione della ricerca ha portato alla luce le lingue più lontane ed esotiche (ad esempio quelle aborigene dell’Australia) rivelando possibilità impensate per il linguaggio umano. La diversità delle lingue è apparsa in tutta la sua portata come un “fenomeno vitale manifesto” , che rende problematico ogni tentativo di classificazione.
Ogni lingua racchiude una visione del mondo, un “pensiero” emergente attraverso i secoli o i millenni. Ma questo patrimonio inestimabile è oggi in serio pericolo. Si calcola che ogni anno muoiano venticinque lingue e di questo passo un po’ meno della metà delle lingue del mondo, che sono in tutto 6000-6500, entro questo secolo sarà sparita: una catastrofe culturale che non ha precedenti nella storia dell’umanità e che ha suscitato l’allarme dell'UNESCO.

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venerdì 21 settembre 2012

Recensione: LA SPIRALE DI GABELENTZ (Il Foglio, venerdì 21 settembre 2012)


Da una parte noto glottologo e linguista, dall'altra altrettanto noto ispanista, nella sua seconda veste Lucio D'Arcangelo è noto per la sua antipatia verso Gabriel Garcìa Màrquez, contro la cui "dittatura" scrisse un famoso pamphlet, "La vittoria della solitudine". Il lettore di questo testo coglie subito che un'analoga antipatia nel campo della linguistica D'Arcangelo la rivolge a Noam Chomsky, la cui grammatica trasformazionale è da lui considerata nient'altro che un ritorno alla lingua mentalis di Leibniz, se non agli universali della Scolastica.
«Nel “mentalismo” chomskyano rispunta un'idea obsoleta: quella del linguaggio come fenomeno o epifenomeno del pensiero: sua più o meno prescindibile “veste”. Certe affermazioni di Chomsky secondo cui parole “semplici” come “tavola”, “persona”, “convincere”, farebbero parte di “un insieme innato di nozioni”, verrebbero facilmente confutate da una qualunque persona bilingue.»
Sebbene il testo sia molto per specialisti, già questa accusa che un guru del terzomondismo altermondialista come Chomsky quando passa dal suo hobby ideologo alla sua professione di linguista si trasformerebbe in un reazionario anglocentrico è per lo meno gustosa.
In opposizione alla tesi di Chomsky che «la diversità dei fenomeni linguistici è illusoria», D'Arcangelo pone invece in esergo all'Introduzione l'idea di Andre Martinet secondo cui «il fatto che le lingue siano diverse non è un deplorevole accidente, ma un tratto sintomatico della natura del linguaggio.»
Con le 6.500 lingue diverse oggi esistenti, le 72 vocali e 116 consonanti che ci sono solo nelle 10 lingue più parlate al mondo, i 921 suoni individuati nelle 450 lingue più rappresentative, gli stessi concetti di soggetto e oggetto che tendono a perdere importanza al di fuori delle lingue indoeuropee, «la diversità delle lingue, così come si sono sviluppate e adattate, è un fenomeno vitale manifesto che reclama l'attenzione teorica. Diventa sempre più difficile per i teorici del linguaggio continuare a confondere l'equivalenza potenziale con la diversità reale.» A meno di non essere «linguisti da tavolino».
Unica proposta di sistematizzazione, resta appunto quella “spirale di Gabelentz” proposta dal linguista tedesco dell'800, secondo cui la morfologia delle lingue evolverebbe ciclicamente dall'isolante all'agglutinazione e poi alla flessione, per poi ricominciare. Ma anche questo è un processo che nell'ambito dei millenni non può essere affatto verificato con la regolarità di una vera e propria legge.
«Si è parlato spesso, specie nei media, della presunta “rivoluzione” chomskyana, ma la vera rivoluzione, cominciata negli anni Settanta, sta nell'ampliamento planetario dell'orizzonte scientifico con lo studio di lingue fino a quel momento sconosciute come quelle aborigene dell'Australia e l'esplorazione, tuttora in corso, di territori sotto questo profilo ancora vergini come la Nuova Guinea e il Sudamerica tropicale: un fatto mai avvenuto in proporzioni così estensive, che ha prodotto un terremoto delle conoscenze devastante per tutte le teorie che si sono succedute nell'ultimo cinquantennio.»
Ovviamente, non tutti possono permettersi di diventare esploratori linguistici. Ma in fondo basta già il semplice spruzzo di esempi di questo libro, tra morfemi turchi, agglutinazione dravidica, incorporazione tiwa, lessicalizzazione hmong, polisinteticità eschimese, radici arabe, “lingua macedonia” dei navajo, a dare al lettore un senso di affascinante vertigine sull'infinita possibilità di autoorganizzazione che la mente umana riesce ad avere.

© Il Foglio
Venerdì 21 settembre 2012


Lucio D’Arcangelo
LA SPIRALE DI GABELENTZ
Solfanelli, Chieti 2012
Pagg. 116 - Euro 10,00



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martedì 18 settembre 2012

Anticipazione: LA SPIRALE DI GABELENTZ di Lucio D'Arcangelo


Lucio D’Arcangelo
La spirale di Gabelentz
Morfologia e tipologia delle lingue
Solfanelli, Chieti, 2012
[ISBN-978-88-7497-773-4]
Pagg. 120 - € 10,00


Si è parlato spesso, specie nei media, della presunta “rivoluzione” chomskyana, ma la vera rivoluzione, cominciata negli anni Settanta, sta nell’ampliamento planetario dell’orizzonte scientifico con lo studio di lingue fino a quel momento sconosciute come quelle aborigene dell’Australia e l’esplorazione, tuttora in corso, di territori sotto questo profilo ancora vergini come la Nuova Guinea e il Sudamerica tropicale: un fatto mai avvenuto in proporzioni così estensive, che ha prodotto un terremoto delle conoscenze devastante per tutte le teorie che si sono succedute nell’ultimo cinquantennio.
Rivolgendo la propria attenzione alla morfologia, una delle dimensioni più osservabili del linguaggio, questo libro intende misurarsi con quello che Dell Hymes chiamò un “fenomeno vitale manifesto”, oggi apparso in tutta la sua portata: la radicale diversità delle lingue, che certe teorie diventate popolari vorrebbero negare, trincerandosi dietro espressioni oscure (“struttura profonda”) ed idee antiquate (“grammatica universale”).
Si tratta di un “fenomeno” che sfida i concetti tradizionali dell’analisi linguistica e rende problematici quei tentativi di classificazione tipologica, che pur ci danno una chiave per addentrarci in un universo così vario e imprevedibile. La suddivisione delle lingue in isolanti, agglutinanti e flessive, risalente ai fratelli Schlegel, è indubbiamente la più resistente e longeva ed ancora oggi non ha perso del tutto il suo valore.
Georg Von Der Gabelentz (1901) vide in questa tripartizione gli stadi di un processo ciclico paragonabile ad una spirale, e ciò sembra confermato dai recenti studi sulla grammatizzazione, che segna “il passaggio da una morfosintassi isolante ad un’altra caratterizzata da un graduale aumento di proprietà agglutinanti e flessive” (Heine (2007:351).
Ma la ciclicità , considerata globalmente, ci sfugge, anche perchè i cambiamenti in questione si misurano sul lungo periodo. Inoltre ci sono famiglie linguistiche straordinariamente stabili nel loro “tipo”.
 In ogni caso la spirale, che lo stesso Gabelentz considerava “ideale”, ossia non puramente ripetitiva, resta valida come immagine della diversità illimitata (non infinita, perché racchiusa nell’uomo) del linguaggio umano.


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sabato 1 settembre 2012

Novità: LA SPIRALE DI GABELENTZ di Lucio D'Arcangelo (Edizioni Solfanelli)

Si è parlato spesso, specie nei media, della presunta “rivoluzione” chomskyana, ma la vera rivoluzione, cominciata negli anni ’70, sta nell’ampliamento planetario dell’orizzonte scientifico con lo studio di lingue fino a quel momento sconosciute come quelle aborigene dell’Australia e l’esplorazione, tuttora in corso, di territori sotto questo profilo ancora vergini come la Nuova Guinea e il Sudamerica tropicale: un fatto mai avvenuto in proporzioni così estensive, che ha prodotto un terremoto delle conoscenze devastante per tutte le teorie che si sono succedute nell’ultimo cinquantennio.
A questo mutamento epocale non hanno certo contribuito i linguisti “da tavolino”, ma quei ricercatori che, bagagli alla mano, sono andati sul posto e come i vecchi “viaggiatori” ci hanno edotto della straordinaria ricchezza linguistica del pianeta, ragguagliandoci sulle lingue più disparate e singolari : una ricchezza che non è completamente naturale né completamente culturale e fa del linguaggio, un “oggetto di terza specie”, il più complesso di tutti, rivelatosi irriducibile alle aspettative teoriche anche più modeste.
Rivolgendo la propria attenzione alla morfologia, una delle dimensioni più osservabili del linguaggio, questo libro intende misurarsi con quello che Dell Hymes chiamò un “fenomeno vitale manifesto”, oggi apparso in tutta la sua portata: la radicale diversità delle lingue, che certe teorie diventate popolari vorrebbero negare, trincerandosi dietro espressioni oscure (“struttura profonda”) ed idee antiquate (“grammatica universale”).
Le regolarità che si possono osservare in un universo così cangiante e imprevedibile sono sempre parziali ( il più delle volte aerali) e comunque relative. Correlarle è ancora più difficile e, come scrive Max Plank, “questo crea un enorme potenziale di eterogeneità nella diversità delle lingue, che, se si realizzasse pienamente, renderebbe la tipologia morfologica impraticabile”.
Perciò oggi si va affermando nella linguistica la tendenza a rigettare le gabbie teoriche, di qualunque natura esse siano, ed ancor più gli apriori dottrinari, nella persuasione che le lingue vanno studiate senza paraocchi e, quanto più possibile, iuxta propria principia.


Lucio D'Arcangelo
LA SPIRALE DI GABELENTZ
Morfologia e tipologia delle lingue
Edizioni Solfanelli
ISBN-978-88-7497-773-4]
Pag. 120 - € 10,00

http://www.edizionisolfanelli.it/laspiraledigabelentz.htm

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mercoledì 1 agosto 2012

ULISSE: una nuova collana


Comitato Scientifico


Massimo Arcangeli (Università di Cagliari)

Franco Cardini (Università di Firenze)

Lucio D’Arcangelo (Università “G. D’Annunzio”)

Ezio Sciarra (Università “G. D’Annunzio)

Giulio Soravia (Università di Bologna)

Stefano Trinchese (Università “G. D’Annunzio)

Barbara Turchetta (Università della Tuscia)