martedì 18 settembre 2012

Anticipazione: LA SPIRALE DI GABELENTZ di Lucio D'Arcangelo


Lucio D’Arcangelo
La spirale di Gabelentz
Morfologia e tipologia delle lingue
Solfanelli, Chieti, 2012
[ISBN-978-88-7497-773-4]
Pagg. 120 - € 10,00


Si è parlato spesso, specie nei media, della presunta “rivoluzione” chomskyana, ma la vera rivoluzione, cominciata negli anni Settanta, sta nell’ampliamento planetario dell’orizzonte scientifico con lo studio di lingue fino a quel momento sconosciute come quelle aborigene dell’Australia e l’esplorazione, tuttora in corso, di territori sotto questo profilo ancora vergini come la Nuova Guinea e il Sudamerica tropicale: un fatto mai avvenuto in proporzioni così estensive, che ha prodotto un terremoto delle conoscenze devastante per tutte le teorie che si sono succedute nell’ultimo cinquantennio.
Rivolgendo la propria attenzione alla morfologia, una delle dimensioni più osservabili del linguaggio, questo libro intende misurarsi con quello che Dell Hymes chiamò un “fenomeno vitale manifesto”, oggi apparso in tutta la sua portata: la radicale diversità delle lingue, che certe teorie diventate popolari vorrebbero negare, trincerandosi dietro espressioni oscure (“struttura profonda”) ed idee antiquate (“grammatica universale”).
Si tratta di un “fenomeno” che sfida i concetti tradizionali dell’analisi linguistica e rende problematici quei tentativi di classificazione tipologica, che pur ci danno una chiave per addentrarci in un universo così vario e imprevedibile. La suddivisione delle lingue in isolanti, agglutinanti e flessive, risalente ai fratelli Schlegel, è indubbiamente la più resistente e longeva ed ancora oggi non ha perso del tutto il suo valore.
Georg Von Der Gabelentz (1901) vide in questa tripartizione gli stadi di un processo ciclico paragonabile ad una spirale, e ciò sembra confermato dai recenti studi sulla grammatizzazione, che segna “il passaggio da una morfosintassi isolante ad un’altra caratterizzata da un graduale aumento di proprietà agglutinanti e flessive” (Heine (2007:351).
Ma la ciclicità , considerata globalmente, ci sfugge, anche perchè i cambiamenti in questione si misurano sul lungo periodo. Inoltre ci sono famiglie linguistiche straordinariamente stabili nel loro “tipo”.
 In ogni caso la spirale, che lo stesso Gabelentz considerava “ideale”, ossia non puramente ripetitiva, resta valida come immagine della diversità illimitata (non infinita, perché racchiusa nell’uomo) del linguaggio umano.


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